I bambini tirano fuori la lingua quando sono concentrati, perché?

I bambini tirano fuori la lingua quando sono concentrati

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I bambini lo fanno spesso, almeno fino ai 6 anni: quando sono molto concentrati tirano fuori la lingua. Ma da cosa proviene un gesto simile? Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista “Cognition”, per la prima volta prova ad offrire una spiegazione. Secondo i ricercatori inglesi e svedesi che hanno condotto lo studio, non si tratterebbe solo di un’abitudine dei piccoli, ma di qualcosa che ha a che fare con il modo in cui si origina il linguaggio.

Gli studiosi hanno osservato e filmato 14 bambini di quattro anni mentre erano impegnati in una serie di compiti che richiedevano grande concentrazione: uno consisteva nell’aprire e chiudere un lucchetto e prevedeva dunque una buona padronanza dei propri gesti, un altro richiedeva doti di comprensione di un testo narrato e l’abilità di ricordare i dettagli di una storia, un altro ancora doti comunicative: al gesto del ricercatore (un colpo sul tavolo) corrispondeva il gesto del bambino (un altro colpo con il palmo della mano aperto). I ricercatori hanno poi studiato i video raccolti per capire in quali situazioni e quanto spesso i piccoli tirassero fuori la lingua. E da quale parte quest’ultima tendesse ad andare.

Dall’esperimento è emerso che tutti i bambini osservati hanno tirato fuori la lingua, a conferma del fatto che è un’abitudine molto diffusa in tenera età. Ma a contraddire le aspettative degli studiosi è stato il “quando”: non l’hanno tirata fuori mentre facevano il primo gioco (quello che richiedeva più controllo dei propri gesti), ma durante l’ultimo, quello che metteva in atto il meccanismo della comunicazione: “Tutto ciò ha senso in relazione alla storia evolutiva del linguaggio. Quel gioco è rapido, richiede gesti della mano e interazione – spiega il ricercatore Christian Jarrett – E sono questi i rudimenti del linguaggio”.

Le regioni della corteccia cerebrale che sono responsabili dei movimenti della bocca e di quelli delle mani si trovano a stretto contatto. Secondo alcune teorie sull’evoluzione del linguaggio, prima della fase “parlata” c’è stata una fase gestuale, durante la quale ci esprimevamo solo a gesti. Poi c’è stata una transizione ma parole e gesti hanno continuato a dipendere dallo stesso emisfero cerebrale sinistro. E proprio perché controllata dalla parte sinistra del cervello, la lingua tenderebbe ad andare verso destra. “Mani e lingua hanno una relazione reciproca: ecco perché quando le azioni che si richiedono sono complicate la lingua fa capolino”, spiegano i ricercatori. Ma se è un gesto così spontaneo perché sono pochi gli adulti che continuano a farlo? Secondo gli studiosi, la spiegazione deriva dal fatto che “siamo cresciuti”: tutta colpa della connotazione negativa che diamo alla cosiddetta “linguaccia”.

 

Articolo di Ilaria Betti – L’Huffington Post

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